Natale in Russia e Polonia

venerdì 18 dicembre 2009

In Polonia le feste natalizie iniziano con l'apparizione della prima stella, la sera della vigilia. I bambini spiano ansiosamente il cielo e, appena appare il primo brillio tutti si mettono a tavola. Prima di cominciare a mangiare si fa circolare una sottile fetta di pane azzimo, chiamato "opplatek", raffigurante le immagini di Maria,Giuseppe e di Gesù Bambino.
Ognuno prende un pezzetto di opplatek. Un tempo in campagna, c'era l'abitudine di darne un po' anche agli animali della fattoria; oggi invece se ne dà solo agli animali domestici che vivono in casa. La tavola é sempre festosamente apparecchiata; sotto la tovaglia, però, c'é sempre un sottile strato di paglia, per ricordare a tutti, che Gesù é nato in una stalla e si usa fra i bambini tirare le pagliuzze e, quella presa che sarà la più lunga indicherà longevità. Un tempo le ragazze usavano mettere il pettine sotto al cuscino la notte di Natale e, colui che in sogno le avrebbe pettinate, sarebbe diventato il futuro sposo.

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A tavola poi, restano sempre posti liberi, pronti per accogliere Maria e Gesù Bambino se per caso arrivassero all'ultimo momento. La rappresentazione della natività é allestita su due piani, una specie di scenario portatile chiamato " szopka". Nel primo é rappresentata la Natività, in quello inferiore le scene degli eroi nazionali. Sono celebri i presepi di Cracovia, esposti anche a Roma; sono altissimi, ornatissimi e simili a cattedrali. La cosa più bella del Natale polacco sono i canti; soprattutto i Kolenda, la maggior parte dei quali risalgono al periodo barocco. Il giorno di S. Stefano, protettore della Polonia, i contadini portano in chiesa l'avena per la benedizione e per lanciarla contro il parroco come si faceva in tempi lontani. Anche in Cecoslovacchia i bambini scrutano l'apparizione della prima stella, ma la sera del 6 dicembre; aspettano infatti l'arrivo di San Nicola che scende dal cielo insieme ad un angelo carico di regali e ad un diavolo munito di bastone...

Russia
Ora vi racconto un'antica leggenda russa che spiega perché i bambini, il giorno di Natale, una volta trovassero nella calza un pezzo di pane nero e ancor oggi nelle lunghe sere invernali, i papà della Russia raccontano ai loro bambini questa storia.

Tanto tempo fa, viveva una vecchia signora, Babuchka, che accoglieva sempre i viaggiatori che passavano davanti a casa sua. Una fredda mattina invernale, bussarono alla sua porta tre signori riccamente vestiti che la pregarono di ospitarli. Babuchka offrì loro un po' di pane nero e una tazza di té e li fece persino dormire nel suo letto. Il giorno dopo, quando si svegliarono, la donna chiese loro come mai fossero in viaggio, e gli stranieri le risposero: " Siamo tre re e veniamo da Oriente; stiamo seguendo una stella che ci guida verso Gesù Bambino". " Come mi piacerebbe venire con voi!" esclamò la vecchia.

Babuchka si mise in cammino un po' più tardi degli altri viaggiatori e come dono a Gesù portava un pezzo di pane nero, sua unica ricchezza. Andava a cercare il Bambin Gesù senza nemmeno sapere in quale direzione andare. Si dice che questa vecchietta sia ancora in viaggio, nonostante siano passati tanti anni a cercare notte e giorno in ogni angolo della terra Gesù Bambino. In Russia i doni li porta comunque Babbo Natale che qui viene chiamato Nonno Gelo. Si racconta infatti che sia esistito da sempre e che sia il padrone del gelo, della neve, della grandine, della pioggia e di qualunque maltempo porti con sé l'inverno. Nella Russia sovietica il giorno di Natale é un giorno come gli altri. Ma per coloro che hanno fede é un giorno profondamente diverso. Accanto al presepe ( verteb), simile allo szopka polacco,la famiglia canta e prega. In alcuni villaggi si usa decorare all'aperto l'abete più grande. Anche gli animali domestici hanno il loro dono; un pane d'avena per i cavalli, un cosciotto d'agnello per il cane, un piatto di pescetti per il gatto. In Russia un tempo le ragazze a Natale, salivano le scale piolo per piolo dicendo: si o no, per scoprire se fosse imminente un fidanzamento.

Per S. Stefano vigeva l'usanza del fidanzamento davanti a tutti gli abitanti del villaggio con lancio di fiori e frutta. Oggi molte di queste tradizioni sono scomparse e fra queste ce n'era una molto graziosa che consisteva nel nascondere nell' abete una gabbietta con due colombe che venivano liberate la notte di Natale in segno di buon augurio. Ci sono anche pranzi speciali anche se non vi sono piatti caratteristici legati al Natale. Alcune tradizioni resistono in Ucraina, dove era abituale rispettare il digiuno per 39 giorni precedenti al Natale. Alla comparsa della prima stella, la famiglia si sedeva a cena dove consumava dodici portate, in onore dei dodici apostoli. Speciale leccornia della vigilia di Natale erano i semi di grano integrale, tenuti per ore a macerare e aromatizzati con semi di papavero schiacciati e mescolati nel miele.

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