Sorpresa musicale della settimana: Umberto Bindi

domenica 22 novembre 2009


La sorpresa musicale di oggi non poteva che essere lui. Umberto Bindi, scoperto da me e riscoperto da molti grazie ad X-Factor e a Morgan (troppe volte criticato, inutilmente). Ma torniamo a Bindi. Bindi,insieme a Paolo Conte, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Fabrizio De André e Luigi Tenco è uno dei maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese dei cantautori, un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana. Bindi in particolare è quello meglio preparato musicalmente, e la sua propensione per una melodia elegante e per arrangiamenti sontuosi lo avvicinano ai cantanti da classifica. Le sue migliori composizioni hanno i testi di un concittadino, il paroliere Giorgio Calabrese.Con lui dà vita ad Arrivederci (1959), alla toccante Il nostro concerto (1960), in cui mette a frutto i suoi studi in una magnifica introduzione strumentale lunga più di 70 secondi, alla splendida Vento di mare, piena del mare della Liguria, e a Non mi dire chi sei. Con l'amico Gino Paoli scrive Il mio mondo, Un ricordo d'amore e L'amore è come un bimbo. Con Franco Califano e Nisa scrive La musica è finita (1967) per Ornella Vanoni, e quindi Per vivere (1968) per Iva Zanicchi.
Col tempo incontra sempre maggiori difficoltà nell'ambiente musicale, soprattutto a causa della discriminazione dovuta alla sua omosessualità. Come raccontò egli stesso al Sanremo del 1996 i suoi problemi cominciarono su quello stesso palco, nel 1961, quando i giornali parlarono non della bellissima melodia che aveva scritto ma dell'anello che portava al dito. Nel 1988 rivela in lacrime e con imbarazzo al Maurizio Costanzo Show la sua omosessualità che fu determinante per la sua emarginazione negli anni ’60.
A causa di annosi problemi col fisco vive gli ultimi due anni della sua vita in povertà; ad aggravare la situazione ci sono i problemi di salute: «Da due anni ho un rene fuori uso, quattro by pass, un' angioplastica, il fegato che non funziona con un principio di cirrosi. Ma il vero guaio è una debolezza terribile e quell' acqua che mi si forma dappertutto e che mi devono togliere con la siringa», confesserà al Corriere della Sera. Gino Paoli nell'aprile 2002 lancia su Il Messaggero un appello perché a Bindi siano concessi i benefici della legge Bacchelli a sostegno degli artisti. L'appello incontra il favore di molti. Il vitalizio sarà in effetti prontamente concesso, ma ormai troppo tardi: poco più di un mese dopo, la sera del 23 maggio 2002, muore nell'ospedale Spallanzani di Roma.

maggiori informazioni qui
articolo del Corriere della Sera il giorno della sua morte

Ecco a voi alcune sue canzoni:









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