Lado Leskovar
Se
la vittoria di Berta Ambrož a Belgrado nel 1966 aveva suscitato
polemiche e dubbi sull’opportunità di far rappresentare la
Jugoslavia al Grand Prix eurovisivo da un brano in lingua slovena e
non in serbo-croato, la doppietta centrata l’anno seguente grazie a
Lado Leskovar arriva in un’atmosfera più rilassata, quella di
casa. Da detentrice del titolo è infatti TV Ljubljana a organizzare
l’edizione 1967 di Jugovizija. Per i padroni di casa sono schierate
tre punte di diamante, la regina Marjana Deržaj, la stella
ascendente Alenka Pinterič e il più amato interprete maschile del
momento, Lado Leskovar, uno dei pochi cantanti sloveni ad aver
raggiunto la fama in tutta la Jugoslavia, al punto di essere stato
portato in gara, nelle due precedenti edizioni, da TV Zagreb e da TV
Beograd.
Lado,
che aveva esordito come cantante nella celebre terrazza dell’Hotel
Bellevue che era stata la rampa di lancio di molte nuove voci della
canzone slovena, stava vivendo un lungo periodo d’oro cominciato
con la vittoria di Slovenska popevka nel 1963 con Malokdaj se srečava
e subito consolidato dai successi riscossi dalle sue versioni di hit
internazionali, da Si samotna nocoj
(la Are You Lonesome Tonight
di Elvis) alla malinconica Poslednji vlak
(Five Hundred Miles
/ Et j'entends siffler le train).
Un anno dopo, la vittoria al Festival di Opatija (Abbazia) con
Potraži me u predgrađu
in abbinamento al veterano serbo Đorđe Marjanović, lo aveva
improvvisamente proiettato tra le star nazionali: la carriera di Lado
si era spostata a Belgrado, protagonista della musica leggera ma
anche dei rotocalchi, grazie all’appeal che lo aveva reso uno dei
cantanti più amati e seguiti dalle giovanissime, ai flirt a lui
attribuiti, agli importanti ruoli cinematografici.
Ma
il legame di Lado con la Slovenia era rimasto stretto: dopo il
successo del primo disco, Bil sem mlajši kakor ti,
nel 1964 era giunto secondo a Slovenska popevka con Verujem
v pravljice
e nel 1965 la sua popolarissima versione di Nathalie
di Bécaud aveva contribuito a farne uno degli artisti preferiti
della generazione delle proteste antibelliche e delle critiche
sociali.
Nel
’67, come detto, gli viene offerta la partecipazione per i colori
di casa a Jugovizija, con Vse
rože sveta (Tutti i fiori del mondo), originale ballata di Koder e Lindič con
una parte parlata. Lado si aggiudica la selezione e, sotto la
bandiera jugoslava, porta la Slovenia in Europa per il secondo anno
consecutivo. Nella vicina Vienna trionfa la celeberrima Puppet on a String
dell’inglese Sandie Shaw, ma per Lado arriva un accettabile ottavo
posto.
Il
passaggio eurovisivo è un ulteriore impulso alla sua carriera, con
partecipazioni a tutti i principali festival e lunghe tournée, tra
cui quella particolarmente fortunata in Unione Sovietica. Nel 1968 è
tra gli attori del film Isadora
con Vanessa Redgrave, con la quale nasce una lunga amicizia.
Nella
sua Slovenia sono da ricordare i successi a Slovenska popevka con
Zgodba o puški št. 503
(1968), Poraz
(1971), Zakaj
(1973).
Lado
Leskovar è certamente l’interprete maschile di maggior successo
degli anni Sessanta, ma la sua carriera prosegue luminosa anche in
seguito, nonostante l’irruente ingresso sulla scena di nuovi
“rivali”, da Edvin Fliser a Braco Koren a Oto Pestner, di cui
Lado può essere considerato l’apripista e il “fratello
maggiore”. Il suo amore per la musica è rimasto immutato nel tempo
e Lado continua tuttora a tenere concerti e a prendere parte a
festival storici come Slovenska popevka e Vesela Jesen. Dal 1998 è
anche ambasciatore sloveno dell’Unicef.
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