For a thousand years rétro: Lado Leskovar

venerdì 24 febbraio 2012



Lado Leskovar

Se la vittoria di Berta Ambrož a Belgrado nel 1966 aveva suscitato polemiche e dubbi sull’opportunità di far rappresentare la Jugoslavia al Grand Prix eurovisivo da un brano in lingua slovena e non in serbo-croato, la doppietta centrata l’anno seguente grazie a Lado Leskovar arriva in un’atmosfera più rilassata, quella di casa. Da detentrice del titolo è infatti TV Ljubljana a organizzare l’edizione 1967 di Jugovizija. Per i padroni di casa sono schierate tre punte di diamante, la regina Marjana Deržaj, la stella ascendente Alenka Pinterič e il più amato interprete maschile del momento, Lado Leskovar, uno dei pochi cantanti sloveni ad aver raggiunto la fama in tutta la Jugoslavia, al punto di essere stato portato in gara, nelle due precedenti edizioni, da TV Zagreb e da TV Beograd.
Lado, che aveva esordito come cantante nella celebre terrazza dell’Hotel Bellevue che era stata la rampa di lancio di molte nuove voci della canzone slovena, stava vivendo un lungo periodo d’oro cominciato con la vittoria di Slovenska popevka nel 1963 con Malokdaj se srečava e subito consolidato dai successi riscossi dalle sue versioni di hit internazionali, da Si samotna nocoj (la Are You Lonesome Tonight di Elvis) alla malinconica Poslednji vlak (Five Hundred Miles / Et j'entends siffler le train). Un anno dopo, la vittoria al Festival di Opatija (Abbazia) con Potraži me u predgrađu in abbinamento al veterano serbo Đorđe Marjanović, lo aveva improvvisamente proiettato tra le star nazionali: la carriera di Lado si era spostata a Belgrado, protagonista della musica leggera ma anche dei rotocalchi, grazie all’appeal che lo aveva reso uno dei cantanti più amati e seguiti dalle giovanissime, ai flirt a lui attribuiti, agli importanti ruoli cinematografici.
Ma il legame di Lado con la Slovenia era rimasto stretto: dopo il successo del primo disco, Bil sem mlajši kakor ti, nel 1964 era giunto secondo a Slovenska popevka con Verujem v pravljice e nel 1965 la sua popolarissima versione di Nathalie di Bécaud aveva contribuito a farne uno degli artisti preferiti della generazione delle proteste antibelliche e delle critiche sociali.
Nel ’67, come detto, gli viene offerta la partecipazione per i colori di casa a Jugovizija, con Vse rože sveta (Tutti i fiori del mondo), originale ballata di Koder e Lindič con una parte parlata. Lado si aggiudica la selezione e, sotto la bandiera jugoslava, porta la Slovenia in Europa per il secondo anno consecutivo. Nella vicina Vienna trionfa la celeberrima Puppet on a String dell’inglese Sandie Shaw, ma per Lado arriva un accettabile ottavo posto.
Il passaggio eurovisivo è un ulteriore impulso alla sua carriera, con partecipazioni a tutti i principali festival e lunghe tournée, tra cui quella particolarmente fortunata in Unione Sovietica. Nel 1968 è tra gli attori del film Isadora con Vanessa Redgrave, con la quale nasce una lunga amicizia.
Nella sua Slovenia sono da ricordare i successi a Slovenska popevka con Zgodba o puški št. 503 (1968), Poraz (1971), Zakaj (1973).
Lado Leskovar è certamente l’interprete maschile di maggior successo degli anni Sessanta, ma la sua carriera prosegue luminosa anche in seguito, nonostante l’irruente ingresso sulla scena di nuovi “rivali”, da Edvin Fliser a Braco Koren a Oto Pestner, di cui Lado può essere considerato l’apripista e il “fratello maggiore”. Il suo amore per la musica è rimasto immutato nel tempo e Lado continua tuttora a tenere concerti e a prendere parte a festival storici come Slovenska popevka e Vesela Jesen. Dal 1998 è anche ambasciatore sloveno dell’Unicef.


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