Come una fenice nel deserto?

domenica 27 febbraio 2011

Negli ultimi anni Ema è rimasto il festival principe della canzone slovena, ma bisogna ammettere che il livello medio si è un po’ abbassato e che cantanti di successo che in passato avevano partecipato in più occasioni, come Tinkara Kovač, Alenka Godec, Saša Lendero, a Ema non hanno più messo piede. Il 2011 può essere l’anno dell’inversione di tendenza: TV Slovenija è riuscita a rinnovare il festival e a richiamare nomi che sembrava impossibile portare in gara. Ma riprendiamo con il salto all’indietro…

2007, un fiore nel deserto.
A dispetto dell’elevato numero di concorrenti divisi in due semifinali, ricordo quella del 2007 come un’edizione abbastanza povera. Salvo il pop-rock di Element L dei Nude e la super-schlager Druga violina di Žana Povše. Per il resto tutto è ruotato intorno alla sfida a due tra Alenka Gotar e Eva Černe. A sorpresa vince il soprano: non riesce a Eva la doppia capriola Bitka talentov - Eurovision già effettuata da Omar e Anžej.
Ma se in un deserto basta un fiore per annunciare la vita, a Ema basta un fiore dal Sud per riaccendere le speranze. Sì, questa volta la scelta appare quella giusta. La “popera song” non è una novità, ma la canzone con cui Babić riesce a superare le delusioni subite negli anni precedenti con Saša Lendero ha tutti gli ingredienti per farcela: la voce e il carisma di Alenka, il ritmo trascinante. E finalmente superare il turno non è più solo un sogno: dopo anni in cui l’unico piccolo momento di gloria arrivava grazie ai siparietti di Peter Poles al momento di annunciare i voti, Cvet z Juga porta la Slovenia in finale. A dimostrazione che l’importante è saper scegliere bene…

2008, il diavolo vince a metà.
Edizione sulla falsariga della precedente, con pochi brani interessanti (spicca Brigita Šuler con Samara) e gara a due all’ultimo televoto. La Slovenia sembra aprire ai Rom: i Langa con una etnosong piena di energia sono i più votati sia delle semifinali che del primo turno di finale. E invece il diavolo cantato da Rebeka Dremelj artiglia la vittoria in rimonta con un incredibile colpo di coda. Rebeka sembra poter ricalcare il percorso di Alenka Gotar, la fiducia nella canzone è palpabile.
Ma come spesso accade, a mettere i bastoni tra le ruote al diavolo… è il diavolo stesso. In vista di Belgrado il brano viene riarrangiato con un sound fastidioso a coprire la voce e sul palco la bellissima ex-Miss Slovenia non è per nulla valorizzata da un bizzarro look in verde e viola. La finale sfugge per un soffio, i rimpianti sono più forti che mai.

2009, ma una normale sinfonia no?!?
È questa l’inevitabile domanda dopo la vittoria dei Quartissimo. Mentre gli altri Paesi scelgono ballate di qualità o moderni uptempo, la Slovenia continua a puntare su un’originalità solo presunta, sulla coreografia, sull’impatto immediato, e non sulla bellezza di una voce e sulla capacità di suscitare emozioni. Quante volte in questi anni ho pensato a cosa sarebbe avvenuto se il pubblico sloveno avesse superato il pregiudizio verso le ballad e in gara ci fossero stati brani premiati ad altri festival come Ni me strah, V ogenj zdaj obleci me, V dobrem in slabem, Do neba, Ne razumem, Belo nebo…
E invece, vai col brano strumentale per il festival dove non si può suonare dal vivo! A immaginare come sia andata ci vuole poco.
D’altra parte, se ad alimentare il gossip ci pensano i Langa arrabbiatissimi per essere stati ignorati dai giurati dopo aver prevalso al televoto (ma la loro canzone non è all’altezza della precedente), sul fronte della gara non è che ci sia stato molto da segnalare: Omar, Alya, Samuel Lucas, nessuno però con una vera alternativa che potesse imporsi all’attenzione dell’Europa.

2010, rock, narodno-zabavna… “Ma una normale sinfonia no?!? n° 2”
La premessa è che, per quell’affascinante meccanismo che porta una musica a coinvolgere tutti coloro che ascoltano come fossero un sol corpo, Narodnozabavni rock ha davvero conquistato il pubblico in sala e quello davanti alla tv. Mentre i fans di mezza Europa che seguivano Ema su internet o via satellite si chiedevano allibiti cosa stesse accadendo, la Slovenia ha avuto la sensazione di aver finalmente trovato un pezzo rappresentativo, pur con la sensazione altrettanto chiara… che all’Esc le speranze sarebbero state nulle! Ma cosa importa? Difficile spiegare che basta un ansambel con la fisarmonica e i costumi alpini perché uno sloveno si senta a casa.
Il brano più moderno, che riesce a farsi largo e a piazzarsi secondo a sorpresa, è Dež di Nina Pušlar; quello con le maggiori potenzialità in sede eurovisiva è probabilmente Tukaj sem doma, ma la bella voce di Manca Špik e il bandierone sloveno non bastano per la vittoria.
Miglior interprete Ylenia Zobec, più volte applaudita da pubblico e giornalisti durante la sua esibizione. Come previsto, eliminata in semifinale.

2011, la svolta?
Lo sapremo tra poco. Stay tuned, perché se per me è stato il momento dei ricordi, con KL Kingdom ci aspetta la diretta minuto per minuto, canzone per canzone dell'edizione dell'EMA che forse segnerà la svolta.

Flymark

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