SAŠA LENDERO
“Naj
igrajo, igrajo mandoline, preglasijo krike bolečine, počijo naj
strune ne srceeeeee”
Probabilmente,
il refrain in sloveno più intonato dagli eurofans. Eppure appartiene
a un brano che non è stato nemmeno presentato all’Esc, quel
Mandoline
al centro di uno dei maggiori scandali di Ema…
Saša
Lendero, quando lo presenta a Ema 2006, è sulla cresta dell’onda,
la cantante del momento.
La
sua carriera professionale prende il via all’alba del nuovo
millennio sotto la bandiera del turbo-folk, grazie alla
collaborazione con il noto cantante Werner. I suoi primi due album le
procurano una vasta platea di appassionati e la proiettano tra i
protagonisti del genere, di cui Saša è, per alcuni aspetti, una
rinnovatrice: non solo i tipici ritmi allegri e festaioli, ma spazio
anche alle ballate e una maggiore attenzione ai testi rispetto alla
media.
Ma
Saša è attenta a non lasciarsi ingabbiare in un’immagine e in un
genere fissi, i suoi obiettivi hanno un raggio più largo e la prima
dimostrazione arriva nel 2004 con Sunce izlazi,
duetto in croato con il compagno Miha Hercog, già voce dei Pop
design, con cui si aggiudica il Grand Prix al Marco Polo Fest di
Korčula. Il successivo album Zate noč zame dan è un successo e la
spinge a presentarsi per la prima volta a Ema, il festival pop per
eccellenza. Il brano selezionato è Metulj,
con testo di Saša e musiche di Andrej Babić, il giovane autore
croato dalle mani d’oro, già all’Eurovision con il suo Paese nel
2003 e in seguito artefice di brani eurovisivi per la Bosnia, il
Portogallo e la stessa Slovenia. Metulj,
con la sua iniziale atmosfera sospesa e misteriosa destinata a
dissolversi in una trascinante melodia, sfiora la vittoria: in
un’edizione completamente affidata al televoto, l’emozionante
corsa a tre con Rebeka Dremelj e Omar Naber si risolve infine a
favore di quest’ultimo.
Inizia
un periodo magico: tournée, il successo estivo di Luna
e quello dell’album natalizio Vesel Božič sembrano le premesse
per la rivincita a Ema, a cui si ripresenta con un altro brano che
conferma l’intesa con Babić e nuovamente arrangiato da Miha.
“Squadra che sfiora la vittoria, non si cambia”. Purtroppo per
Saša, però, la vittoria resterà ancora una volta a un passo. La
sua Mandoline
sembra a tanti il pezzo giusto per guadagnare un piazzamento di
vertice ad Atene: il pubblico la sostiene in massa, assegnandole il
massimo dei voti sia attraverso i telefoni fissi che con gli sms. Ma,
come era accaduto due anni prima a Natalija Verboten, ci pensa la
giuria a sovvertire tutto, non attribuendole inopinatamente nessun
punto e favorendo sul fil di lana il sorpasso di Anžej Dežan, solo
quarto nel giudizio popolare. Le polemiche si protraggono per
settimane, c’è chi parla di “kuhinja” (cucina), come si
indicano in Slovenia gli accordi sottobanco, ci si chiede se sia
stato fatto uno sgarbo a Saša o alla casa discografica, o se non si
vedesse di buon occhio l’affermazione di un autore croato. Che,
peraltro, sarà ripagato un anno dopo con la vittoria di Cvet z juga
e Alenka Gotar.
A
dimostrazione delle potenzialità di Mandoline
arriverà
la conquista del Second Chance Contest, il principale evento Ogae,
l’organizzazione internazionale dei fans dell’Eurovision. Un
grande risultato per il club sloveno, in una manifestazione
solitamente appannaggio della Svezia e degli altri Paesi nordici.
Superata
la delusione, Saša continua a mietere successi (Ne grem na kolena,
con uno dei video sloveni più cliccati della storia, Levinja,
Nedosegljiva,
Nikoli ni prepozno…),
e se la partecipazione diretta a Ema pare definitivamente archiviata,
non è così per l’attività di autrice e produttrice di altri
artisti in gara. Divenuta mamma della piccola Aria, Saša Lendero è
tornata in scena negli ultimi mesi con il nuovo singolo Dotakni se me tam
e ospite del portoghese Axel in Boom Boom Yeah.
I
cd di Saša Lendero (tutti pubblicati da Menart):
Saša (2000),
Če
boš moj (2002),
Zate noč zame dan (2004),
Saša Lendero (best,
2005),
Vesel Božič (2005),
Ne grem na kolena (2006),
Ob tebi lepši
je svet (2008),
Boom Boom Yeah (2012) con Axel
flymark
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