For a thousand years Rétro: Le band degli anni '80 a Jugovizija

domenica 22 aprile 2012



Rétro: LE BAND DEGLI ANNI OTTANTA A JUGOVIZIJA

Negli ultimi quindici anni della sua esistenza, la Jugoslavia attraversa una fase di profonda crisi economica e sociale che finisce per minare quegli ideali multietnici e solidali che, pur rivelandosi nel tempo un’utopia mai veramente raggiunta, ne avevano costituito le fondamenta. Una crisi che trova nella musica un basilare canale d’espressione: nella seconda metà degli anni Settanta il rock e il punk jugoslavi divengono un faro per tutto l’Est europeo. Travolti da questa onda, gli artisti più noti e gli stessi generi musicali in voga fino ad allora o riescono a rinnovarsi o inevitabilmente soccombono. In Slovenia, ad esempio, entrano in una fase di declino quasi tutte le stelle soliste della canzone, oscurate dalle nuove band e dai cantautori.
Negli anni Ottanta, tuttavia, accanto a un’evoluzione di queste tendenze che vede emergere l’elettronica, l’industriale, il post-punk, la darkwave, il synthpop, la dance, si assiste anche a un ritorno verso il pop d’evasione: e così, se in Slovenia sono gli anni dei Pankrti, dei Laibach, dei Borghesia, c’è una vasta fetta di pubblico “familiare” che si raccoglie attorno a nomi poi entrati nella leggenda come gli Hazard. Le loro canzoni hanno fatto da colonna sonora a un’epoca, intrattenendo e rallegrando gli sloveni in uno dei passaggi più delicati della loro storia. E quando TV Ljubljana si è trovata a scegliere i brani da cui farsi a rappresentare a Jugovizija, per ben quattro volte si è affidata alla band fondata da Miro Čekeliš, Dominik Trobentar, Braco Doblekar, Dani Gančev e Dare Petrič, tutti musicisti provenienti da esperienze in altri celebri complessi (Prah, September, Izvir…). 
Marie, ne piši pesmi več (1981) e So najlepše pesmi že napisane (1983), entrambe presentate a Jugovizija, sono i due maggiori successi della loro carriera e restano grandi evergreen. Al festival partecipano anche nel 1982 con Bistro e nel 1987 con Nocoj. Nessuno tra questi pezzi li porta nelle primissime posizioni (miglior risultato è il quinto posto del 1981) ma in compenso in Slovenia la loro popolarità è enorme. “So najlepše pesmi že napisane” (sono le più belle canzoni già scritte) è divenuta un’espressione del linguaggio comune.
Le band sono protagoniste assolute della scena musicale slovena (ma non solo: in Croazia ad esempio il decennio è contrassegnato dall’eterna sfida tra Novi fosili e Srebrna krila) e anche le presenze a Jugovizija lo testimoniano.
Miglior piazzamento degli anni Ottanta è quello dei Rendez Vous guidati da Božidar Wolfand con Oh, ne, chérie (1984), terzi classificati. I Gu-Gu sono sesti nel 1986 con Gugu gre v Hollywood. I Moulin Rouge, progetto eurodance prodotto da Matjaž Kosi con Alenka Šmid come voce principale, si piazzano sesti nel 1987 con Bye, bye, baby e quarti nel 1988 con Johnny je moj. E poi i Big Ben, i Cafe di Alenka Godec, i Pop design. Ma di quest’ultima band avremo occasione di parlare in una delle prossime puntate.
flymark

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