Rétro: LE BAND DEGLI ANNI OTTANTA A JUGOVIZIJA
Negli
ultimi quindici anni della sua esistenza, la Jugoslavia attraversa
una fase di profonda crisi economica e sociale che finisce per minare
quegli ideali multietnici e solidali che, pur rivelandosi nel tempo
un’utopia mai veramente raggiunta, ne avevano costituito le
fondamenta. Una crisi che trova nella musica un basilare canale
d’espressione: nella seconda metà degli anni Settanta il rock e il
punk jugoslavi divengono un faro per tutto l’Est europeo. Travolti
da questa onda, gli artisti più noti e gli stessi generi musicali in
voga fino ad allora o riescono a rinnovarsi o inevitabilmente
soccombono. In Slovenia, ad esempio, entrano in una fase di declino
quasi tutte le stelle soliste della canzone, oscurate dalle nuove
band e dai cantautori.
Negli
anni Ottanta, tuttavia, accanto a un’evoluzione di queste tendenze
che vede emergere l’elettronica, l’industriale, il post-punk, la
darkwave, il synthpop, la dance, si assiste anche a un ritorno verso
il pop d’evasione: e così, se in Slovenia sono gli anni dei
Pankrti, dei Laibach, dei Borghesia, c’è una vasta fetta di
pubblico “familiare” che si raccoglie attorno a nomi poi entrati
nella leggenda come gli Hazard. Le loro canzoni hanno fatto da
colonna sonora a un’epoca, intrattenendo e rallegrando gli sloveni
in uno dei passaggi più delicati della loro storia. E quando TV
Ljubljana si è trovata a scegliere i brani da cui farsi a
rappresentare a Jugovizija, per ben quattro volte si è affidata alla
band fondata da Miro Čekeliš, Dominik Trobentar, Braco Doblekar,
Dani Gančev e Dare Petrič, tutti musicisti provenienti da
esperienze in altri celebri complessi (Prah, September, Izvir…).
Marie, ne piši pesmi več
(1981) e So najlepše pesmi že napisane
(1983), entrambe presentate a Jugovizija, sono i due maggiori
successi della loro carriera e restano grandi evergreen. Al festival
partecipano anche nel 1982 con Bistro
e nel 1987 con Nocoj.
Nessuno tra questi pezzi li porta nelle primissime posizioni (miglior
risultato è il quinto posto del 1981) ma in compenso in Slovenia la
loro popolarità è enorme. “So najlepše pesmi že napisane”
(sono le più belle canzoni già scritte) è divenuta un’espressione
del linguaggio comune.
Le
band sono protagoniste assolute della scena musicale slovena (ma non
solo: in Croazia ad esempio il decennio è contrassegnato dall’eterna
sfida tra Novi fosili e Srebrna krila) e anche le presenze a
Jugovizija lo testimoniano.
Miglior
piazzamento degli anni Ottanta è quello dei Rendez Vous guidati da
Božidar Wolfand con Oh, ne, chérie
(1984), terzi classificati. I Gu-Gu sono sesti nel 1986 con Gugu gre v Hollywood.
I Moulin Rouge, progetto eurodance prodotto da Matjaž Kosi con
Alenka Šmid come voce principale, si piazzano sesti nel 1987 con
Bye, bye, baby
e quarti nel 1988 con Johnny je moj.
E poi i Big Ben, i Cafe di Alenka Godec, i Pop design. Ma di
quest’ultima band avremo occasione di parlare in una delle prossime
puntate.
flymark
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