NATALIJA
VERBOTEN
Dopo
avere ascoltato, insieme a un pubblico attonito, i voti con cui i
giurati la escludevano da una superfinale che sembrava già vinta a
mani basse, Natalija Verboten avrà certamente avuto bisogno di una
spalla su cui piangere…
Raramente
il risultato di una finale di Ema sembra già certo in partenza come
nel 2004: Natalija vive un periodo d’oro e la sua Cry on My Shoulder,
scritta da due veterani come Urša e Matjaž Vlašič, nella seconda
semifinale aveva già raccolto attraverso il televoto un consenso
quasi plebiscitario. In un’edizione innovativa con impostazione
“alla Melodifestivalen” su quattro semifinali a cadenza
settimanale e aperta anche a brani in altre lingue, nessuno sembra in
grado di fermare la corsa della nuova regina del turbo-folk e dello
schlager in salsa slovena. Nessuno… tranne la giuria, che per la
quinta volta consecutiva (Darja su Tinkara nel ’99, Nuša su Karmen
nel 2001, le Sestre su un’affranta Karmen nel 2002, i Bepop fuori
dalla superfinale nel 2003) ritocca in modo decisivo il parere dei
telespettatori. A volte forse opportunamente, per frenare l’onda
della popolarità del momento che rischia di infrangersi ancor prima
di arrivare all’Esc, altre incomprensibilmente, quasi a tarpare le
ali a ogni possibilità di buon risultato in sede eurovisiva. Nel
2004 l’intervento raggiunge livelli parossistici: a Natalija non
viene assegnato nessun punto, rendendo inutili i 12 prevedibili punti
ottenuti grazie al pubblico (17.754 televoti, rispetto ai 11.046 dei
Platin, unici a superare quota 5.000). Alla sfida finale accedono
Alya, le Rožmarinke e i Platin: saranno questi ultimi a staccare il
biglietto per Istanbul, dove come previsto si fermeranno in
semifinale, diciannovesimi con 11 punti. Con Natalija la
qualificazione sarebbe stata probabilissima. A posteriori è
difficile negare che quel brusco stop non abbia in parte inciso sulla
sua carriera: “Natalija Nacionale” ha ripiegato soprattutto sul
suo peculiare turbo-folk edulcorato che continua a garantirle una
vasta e affezionata schiera di fans, ma ha trascurato le
frequentazioni nel pop più puro intraprese fino al 2004.
Natalija
era nata come cantante melodica, sulla scia di molte artiste degli
anni Novanta. Il suo debutto a Ema, nel 1997 con la bella Nekdo,
non era stato molto positivo (si era classificata penultima) ma ne
aveva messo in luce il colore caldo della voce, capace di sopperire a
una potenza non particolarmente spiccata con l’emozione e le doti
interpretative. Se già il secondo album aveva ottenuto un buon
riscontro grazie ad alcune ballate appassionate (Ne budi me,
Naj angeli te čuvajo)
con il terzo Natalija fa il botto e abbandona l’immagine
rassicurante e troppo matura del passato per un look molto più sexy.
I brani romantici restano, ma è Rdeč Ferari
a permetterle di conquistare una nuova, vasta fetta di pubblico:
nelle mille feste campestri, nelle autoradio, nei locali alla moda
della Riviera, ovunque risuona il suo semplice “turbo-inno”
all’amore, perché alla fine un tenero abbraccio è ciò che conta,
non possedere una Ferrari nel garage :)
Rdeč Ferari è
la canzone del 2000. Subito dopo Natalija passa dalla Zlati zvoki
alla Nika Records e arriva ai primi posti della classifica con il suo
nuovo lavoro, Od
jutra do noči,
in cui alterna turbo-folk (Lizika,
Vroče ustnice)
e ballate come Oklep okrog srca
e Kot sveča v vetru
(versione in sloveno di There You’ll Be
di Faith Hill), una delle prove più apprezzate della sua carriera.
Nel 2003, un ulteriore salto di qualità: refrattaria ai festival,
che aveva disertato fin dal deludente esordio a Ema, Natalija decide
di presentarsi a Slovenska popevka con Na
pol poti,
un’intensa composizione che le frutta la vittoria e che dà il
titolo al successivo album, nato come i precedenti dalla
collaborazione con i Vlašič e attraversato dal fil rouge
dell’amore, cantato sia con tenerezza che con scanzonata allegria,
come nel fortunato singolo Zate na Triglav.
Poi
l’avventura di Ema, conclusasi come sappiamo.
Natalija
ci riprova nel 2006 con SOS,
ma non convince del tutto e si piazza sesta.
Nel
2008, trainato dal singolo omonimo e da Pozabi me,
esce l’album Ko te zagrabi con un nuovo team di produzione. Negli
ultimi anni Natalija è attivissima: diventa mamma, collabora con
altri nomi di primo piano della scena musicale, da Rebeka Dremelj
(Strup)
agli ansambel popolari Modrijani e Štajerskih 7, e pubblica diversi
singoli che attendono di trovare collocazione nel prossimo album: Ma kje si ti,
Ti edini,
Slovensko srce,
Zapoj Slovenija
e il recentissimo Knockout,
scritto da Aleš Klinar e Anja Rupel.
Le
lacrime di Ema ’04 sono solo un ricordo lontano …
flymark
I
dischi di N.Verboten:
Ko zaprem oči (Zlate zvoki, 1996),
Naj angeli
te čuvajo (Zlate zvoki, 1998),
Sonce iz srca (Zlate zvoki, 2000),
Od jutra do noči (Nika, 2001),
Na pol poti (Nika, 2003),
Dva policaja
(Nika, 2005, EP),
Dva policaja in druge uspešnice (Nika, 2005,
best),
Ko te zagrabi… (Nika,
2008).
~ 1 commenti: ~
at: 18 aprile 2012 alle ore 10:11 ha detto...
"sos" se non sbaglio era un mezzo plagio di "alla flickor" di linda bengtzing... :)
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